di Chiara Candelise, Università di Torino e OEET
Le ultime due newsletter “Emerging Economies” del 2018 (Novembre e Dicembre 2018) si sono concentrate su una selezione di contributi di ricerca presentati alla recente XXth Scientific Conference della Italian Association for the Study of Comparative Economic Systems (AISSEC), tenutasi in Ottobre 2018 presso il Collegio Carlo Alberto, Torino. Il focus della conferenza è stato studi comparati di sistemi economici e per le due newsletter sono stati selezionati i contributi della conferenza più esplicitamente dedicati alle economie emergenti e ai paesi in via di sviluppo.
La precedente newsletter, “Emerging Economies” N. 10 di Novembre 2018, ha presentato una prospettiva macroeconomica con contributi su tematiche di crescita, diseguaglianza e sviluppo sostenibile. Questa newsletter, “Emerging Economies” N. 11 di Dicembre 2018, presenta invece tre studi, anche questi dedicati alle economie emergenti e ai paesi in via di sviluppo, ma con approccio microeconomico su questioni di genere e di sviluppo umano.
Il primo contributo, di V. Molini, F. Alfani, A. Dabalen e P. Fisker, presenta uno studio della vulnerabilità alla malnutrizione che esamina l’impatto di siccità sulla salute infantile nel Sahel belt delle drylands dell’Africa Occidentale. Lo studio presenta risultati in termini di percentuale della popolazione infantile a rischio di malnutrizione per cinque paesi (Burkina Faso, Ghana, Mali, Nigeria e Senegal) e dimostra come la vulnerabilità alla malnutrizione sia più diffusa che la malnutrizione stessa. A seguire, uno studio di G. Pasini, A. Gebremarian e E. Lodigiani dimostra gli impatti positivi dell’Ethiopia Productive Safety Net Program (PSNP) (implementato dal governo dell’Etiopia nel 2005/06 come supporto a famiglie rurali) sulle aspirazioni educative dei bambini. Infine Astrig Tasgian presenta i risultati di una field survey in Africa Occidentale sull’impatto del coinvolgimento delle donne in attività lavorative individuali o di gruppo. Lo studio dimostra come le organizzazioni produttive femminili hanno non solo una funzione sociale (assistenza, solidarietà, scambi di idee), ma sono anche uno strumento di empowerment psicologico ed economico per donne in povertà.