A cura di Elena Vallino, Università di Torino e OEET
INTRODUZIONE
di Giovanni Balcet, Università di Torino e OEET
L’iniziativa detta “Nuova via della seta”, ovvero “One Belt, One Road” (OBOR), lanciata dal Presidente cinese Xi Jinping nel 2013, rappresenta un impressionante esempio di diplomazia economica di lungo termine, in grado di influenzare in profondità lo sviluppo euro-asiatico, le infrastrutture e la cooperazione finanziaria nell’area, con un potenziale impatto profondo sul commercio, gli investimenti diretti esteri e la crescita economica.
Tuttavia questo grande progetto resta impreciso sotto diversi aspetti, e non è chiaro se e come ridefinirà le relazioni economiche e di potere in Asia, Europa e nello scenario globale. Il dibattito è aperto e diverse interpretazioni sono state proposte. Quale sarà l’impatto dell’iniziativa OBOR sugli scenari globali aperti dall’avvento dell’amministrazione Trump negli USA, incluso il ritiro dall’accordo TTP? In quale misura contribuirà a rafforzare la leadership cinese in Asia? Risolverà alcuni dei problemi di sovracapacità produttiva dell’economia cinese?
by Alessia Amighini, University of Eastern Piedmont
Sintesi
Questo contributo presenta l’iniziativa che porta i nomi di One Belt One Road (OBOR) o Belt and Road Initiative (BRI), proposta da Xi Jinping nel 2013 e proiettata al centro della diplomazia economica cinese negli ultimi anni. Tale imponente progetto ha l’obiettivo di rafforzare e fluidificare il commercio internazionale fra la Cina, le regioni dell’Asia Centrale e Meridionale e l’Europa. Si tratta di una complessa strategia di sviluppo nazionale delineata dal governo, che prevede di generare un enorme impatto sia a livello economico che geopolitico, declinandosi su cinque linee principali: il coordinamento di diverse politiche nazionali, la costruzione massiccia di infrastrutture per i trasporti, l’implementazione di politiche a sostegno dei flussi commerciali, l’integrazione finanziaria e la promozione di scambi a livello di capitale umano. La promozione dei flussi commerciali dovrebbe avvenire principalmente attraverso il rafforzamento dei legami bilaterali già esistenti fra paesi, lo spostamento massiccio dal trasporto per vie marittime all’utilizzo del trasporto su rotaia e la creazione di nuovi canali verso l’Asia Centrale, di alto interesse sia per la Cina che per l’Europa. L’articolo sottolinea gli elementi che rendono il progetto OBOR peculiare rispetto a iniziative e trend passati legati alla Via della Seta.
The so-called New Silk Roads proposed by Xi Jinping in 2013 is a commitment to ease bottlenecks to cross-border trade by building networks of connectivity along the existing and planned international routes from various regions of China across Central and South Asia to Europe as a terminal point. Under the label of ‘One Belt, One Road’ (OBOR), or ‘Belt-and-Road Initiative’ (BRI), the project has since become the centrepiece of China’s economic diplomacy.
By Xavier Richet, University Sorbonne Nouvelle, BRIC Seminar, MSH-EHESS, Jean Monnet Chair
Sintesi
Il seguente contributo presenta l’iniziativa One Belt One Road mettendo in evidenza la sua genesi, le motivazioni di fondo analizzate attraverso diverse chiavi di lettura, i metodi di finanziamento e i processi di implementazione. In seguito l’autore discute le ragioni e gli impatti della presenza cinese a livello economico e progettuale nello spazio post-sovietico. La Cina opera in tale spazio orientandosi da un lato verso i mercati maturi dell’Europa e dall’altro verso l’accesso alle materie prime dei paesi dell’Asia Centrale. Nella sua complessità il progetto OBOR presenta diversi aspetti di criticità che sarà necessario affrontare. Innanzitutto i canali commerciali coinvolti nel progetto attraversano uno spazio immenso che rientra principalmente nell’area post-Sovietica, la quale è attualmente frammentata in zone dalle caratteristiche istituzionali ed economiche radicalmente diverse fra loro. Inoltre, il progetto è costretto a confrontarsi con i piani di integrazione regionale della Russia. Infine il progetto mantiene dei tratti di indefinitezza per quanto riguarda il suo assetto istituzionale.
Introduction
This contribution presents the general objectives of the ambitious project carried out by the current Chinese government, the One Belt, One Road Initiative (OBOR), its design, the motivations behind it, the financing methods and its implementation (first section). The project envisages two roads, one terrestrial and the other maritime. The land route, itself divided into several roads (“All roads lead to Rome” ...) crosses Central and Western Asia. It crosses into Asia large areas, economies rich in raw materials but sparsely populated and less developed, some of which were republics of the former Soviet Union. In Europe, it also crosses or runs along former Soviet republics and countries formerly under the control of the USSR (the “Eastern Countries”), now members of the European Union. In a second section, we discuss the motivations and impact of this Chinese presence in terms of exchanges, projects and industrial spin-offs in the post-Soviet space of Central Asia. In conclusion, we will highlight the variety of modes of entry, the differentiated impacts of the Chinese presence in the regions crossed by the New Silk Road which still remains a project whose realization raises many questions.
By Wang Xieshu (The Bridge Tank and CEPN University Paris 13) and Joël Ruet (CNRS, CEPN University Paris 13, The Bridge Tank, Observatoire des Emergents Paris, “Global Vision” Program - Institute for Sustainable Mobility Renault-ParisTech).
Sintesi
Tale contributo analizza il rapporto fra l’imponente iniziativa One Belt One Road (OBOR) e le relazioni economiche e politiche fra importanti attori globali come la Cina, l’Unione Europea, la Russia e l’India. Viene sottolineato come il progetto OBOR abbia un significato molto più ampio del semplice rafforzamento dei canali commerciali fra Cina, Asia Centrale ed Europa, in quanto mira più o meno esplicitamente a costituire una strategia cinese alternativa a quella guidata dagli Stati Uniti attraverso il WTO e il Trans-Pacific Partnership Agreement. Nei paesi dell’Asia centrale l’OBOR si inserisce in una delicata dinamica di interazione fra potenze economiche che esercitano influenza sull’area: la Cina, orientata al commercio e alla costruzione di infrastrutture; la Russia, focalizzata sulla sicurezza militare; l’Unione Europea, impegnata sul fronte della formazione del capitale sociale e dei diritti civili. L’India ricopre un ruolo di partner strategico dell’iniziativa, ma anche di potenziale generatore di conflitto in quanto in collisione con il Pakistan, anch’esso coinvolto in OBOR, e in quanto promotrice di progetti autonomi di connessione infrastrutturale e commerciale in Asia Centrale. Infine la collaborazione fra Unione Europea e Cina attraverso il canale di OBOR avrà ripercussioni sul ruolo di entrambi gli attori nella cooperazione internazionale, principalmente in Africa e Medio Oriente. Tali attori dovranno stabilire nuovi equilibri e forme di relazione che massimizzino il bene comune di fronte agli interessi particolaristici.
With the Trump-governed US likely to withdraw from the Trans-Pacific Partnership Agreement (TPP) at a time when trade contents is deemed to radically change out of ecological transition (in its energy and green techs contents for instance), it becomes even more crucial for Europe and China to work together to safeguard the advances of globalization. The Chinese “One Belt One Road” initiative, further accelerated with the Chinese presidency of the G20 that just ended, advocates for more inclusive regional cooperation platforms and offers ambitious plans to further tighten connections across Eurasian and North African continents. Under this perspective, the EU-China relation will certainly face new opportunities and challenges.
10 years of the Turin Centre on Emerging Economies: lessons learned and perspectives for the...