INTRODUZIONE
Elena Vallino
Questo numero della newsletter “Economie Emergenti” è composto da diversi saggi estratti dal libro “Fiscal underpinnings for sustainable development in china” curato da E. Ahmad, M. Niu e K. Xiao (2018, Springer Singapore). Il libro contiene una raccolta di capitoli relativi al possibile percorso di sviluppo sostenibile in Cina, con un focus sulla Provincia di Guangdong. Tale provincia è stata teatro di cruciali riforme economiche a partire dall’inizio del cosiddetto sistema di responsabilità negli anni ’70, diventando quindi una buona rappresentazione delle sfide dell’intera nazione. Il messaggio principale che scaturisce dal libro è la chiara necessità di ribilanciare la crescita economica verso una direzione maggiormente inclusiva e sostenibile. Le riforme fiscali e del sistema di tassazione sono considerate i principali strumenti per il perseguimento dei cambiamenti necessari.
Ehtisham Ahmad offre una panoramica sintetica e molto informativa dei modelli di governance cinesi, concentrandosi sull’importante svolta dei primi anni ’90, in cui per la prima volta l’autorità per la tassazione si è spostata dalle province locali ad un organismo centrale. Da un lato la creazione di un’istituzione fiscale centralizzata e moderna contraddisse le prescrizioni “normative” dell’epoca; dall’altro lato la Cina riuscì a raggiungere una imponente crescita economica, lo sviluppo delle regioni costiere e una riduzione della povertà molto consistente. Tuttavia, i profondi cambiamenti sociali, economici ed istituzionali hanno portato all’emersione di nuove sfide che occorre urgentemente affrontare: nuove relazioni fra provincie e il centro in termini di distribuzione delle risorse e trasmissione del rischio; una crescente disuguaglianza economica e geografica; fenomeni di rent-seeking e di “hidden borrowing”; aumento esponenziale dell’inquinamento ambientale. L’articolo offre alcuni suggerimenti per affrontare questi rischi.
Xubei Luo e Nong Zhu descrivono la Provincia di Guangdong, analizzando il suo percorso di sviluppo “hub-periphery” che riflette il percorso più ampio dell’intera nazione. Suggeriscono quattro elementi che dovrebbero essere presenti in un orientamento di crescita sostenibile ed inclusiva: il supporto ad un ambiente favorevole per il business privato; incentivi per lo sviluppo dei vantaggi comparati; investimenti in forza lavoro qualificata; protezione del lato più vulnerabile della società.
Gisela Färber e Zhijie Wang delineano un’ interessante comparazione fra la Cina e la Germania per quanto riguarda il debito pubblico subnazionale. Tale questione genera contraddizioni simili in entrambi i paesi: squilibri nelle relazioni fiscali intergovernative, bassi ricavi a livello locale, informazione imperfetta riguardo al reale livello di debito. Nonostante i trend positivi dell’economia globale abbiano contribuito ad una stabilizzazione dei ricavi dei governi locali, in entrambi i paesi a livello subnazionale rimangono i problemi di impegni presi per operazioni prive di finanziamenti e insufficienti ricavi provenienti dalla tassazione locale. Tale condizione ha conseguenze sul finanziamento delle operazioni che sono prerogativa delle autorità decentrate, come la sicurezza interna, l’educazione e lo sviluppo di infrastrutture.
Kezhou Xiao e Yuan Xinghou affrontano la problematica della responsabilità della spesa pubblica di fronte ai cittadini in paesi privi della competizione elettorale. Per assicurarsi che la spesa pubblica e gli investimenti in infrastrutture incontrino le preferenze della popolazione, la Cina ha sperimentato gli audit sociali, focalizzati sia sui costi e benefici sociali che sulla risposta da parte degli utenti. Nella Provincia di Guangzhou questo approccio è stato applicato alla proposta di estensione del Bus Rapid Transport System (GBRT). Nonostante questo progetto avesse ottenuto un apprezzamento a livello internazionale e fosse stato riprodotto in altri contesti, il governo cittadino ha condotto un audit sociale che ha generato una risposta negativa, fornendo solide basi per un rifiuto del progetto di espansione. Il meccanismo potrebbe essere di interesse per un vasto numero di paesi con modelli di governance differenti.